Luca Francescangeli Country Director Italy

Nasce il mercato unico europeo del crowdfunding: cosa cambia?

Il mercato unico europeo del crowdfunding diventerà realtà tra circa un anno. La plenaria di Bruxelles ha infatti approvato lo scorso 5 ottobre le nuove regole per il crowdfunding in Europa. A essere regolamentati sono gli investimenti nella forma di capitale di rischio, prestito, titoli di debito o obbligazioni sottoscritti da piccoli investitori, generalmente persone fisiche, attraverso piattaforme online specializzate. Fissati anche i tempi per l’entrata in vigore del regolamento: 12 mesi (salvo deroghe) dalla data di pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale dell’Unione, pubblicazione che è attesa a giorni.

Il nuovo mercato unico, quindi, permetterà a start-up e PMI di accedere a un enorme bacino potenziale di finanziamento diffuso. Con numeri importanti per attività micro, piccole e medie: sarà, infatti, possibile raccogliere fino a un massimo di 5 milioni di euro per singolo progetto e nell’arco di tempo di 12 mesi.

La decisione del Parlamento va nella direzione di una maggiore tutela degli investitori, come si legge nella nota diffusa dall’ufficio stampa istituzionale. A partire dall’obbligo di “un foglio informativo sugli investimenti (KIIS), redatto dal proprietario del progetto, da distribuire a tutti gli investitori e finanziatori che partecipano per ogni offerta di crowdfunding o per ogni piattaforma. I fornitori di servizi di crowdfunding forniranno ai clienti informazioni chiare sui rischi e gli oneri finanziari che potrebbero incorrere, compresi i rischi di insolvenza e i criteri di selezione dei progetti”.

L’obiettivo dichiarato è armonizzare il mercato, perché il crowdfunding è cresciuto negli ultimi anni a doppia e tripla cifra in tutto il continente, ma finora ogni paese lo ha regolato come riteneva più opportuno. Creando un groviglio di norme che non si parlano tra di loro, scoraggiando investitori e piattaforme a uscire dai confini nazionali. Da qui l’intervento europeo che permetterà ora alle piattaforme, previa autorizzazione dell’autorità nazionale (da noi è la CONSOB), di raccogliere soldi in tutta Europa. È prevista anche la creazione di un registro pubblico europeo in cui compariranno le piattaforme abilitate a erogare il servizio (ECSP). Il registro sarà gestito dall’Autorità europea di vigilanza (l’Autorità europea degli strumenti finanziari e dei mercati).

Il crowdfunding in Europa è ormai pronto a diventare un mercato unico e maturo: ora la sfida per rimanere al passo e competere al meglio passa alle piattaforme. Probabilmente nei prossimi anni vedremo un processo di concentrazione, con l’emersione di grandi player europei. D’altronde solo in Italia e solo in ambito equity crowdfunding lo scenario è molto frammentato, con almeno 25 portali attivi (Dati Osservatorio Crowdfunding Buzz). E come dice il proverbio quando ci sono troppi galli a cantare…