Una raccolta di informazioni sulla guerra in Ucraina
” I motivi della guerra tra Ucraina e Russia, dall’annessione del Donbass al conflitto totale
di Enrico Franceschini
Ecco i motivi per cui le truppe russe sono entrate prima nel Donbass e poi in Ucraina. Così è scoppiata una guerra ai confini dell’Europa (articolo pubblicato il 22 febbraio, aggiornato il 7 marzo)
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07 MARZO 2022
AGGIORNATO ALLE 14:42
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La guerra ai confini dell’Europa è esplosa, con l’invasione russa decisa da Putin e annunciata con un videomessaggio registrato nei giorni scorsi. Si combatte su territorio ucraino, sulle città piovono missili. Le vittime sono centinaia. Tra Kiev e Mosca si sono aperti i negoziati (arrivati al terzo round), ma non è chiaro se e quando porteranno alla fine delle ostilità.
Ma cosa è successo e perché? Proviamo a spiegarvi la situazione e quali sono gli interessi in campo.
Esiste l’Ucraina?
Secondo Putin no: ha sempre fatto parte della Russia. Ma il capo del Cremlino cerca di riscrivere la storia: quella dell’Ucraina è molto più complessa di come la racconta lui. In parte colonia greca, romana e bizantina lungo le rive del Mar Nero (dove in seguito anche la repubblica marinara di Genova creò alcune colonie), nel Medio Evo il territorio dell’odierna Ucraina era suddiviso fra diversi clan tribali slavi
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L’invasione russa dell’Ucraina
Nel 988 il principato di Kiev sotto Vladimir I adotta il cristianesimo come religione e da questa entità si sviluppa la cosiddetta “Russia di Kiev”, considerata antesignana della Russia moderna. Ma nel 1249 le invasioni mongole distruggono completamente Kiev, dopodiché il territorio ucraino viene spartito per secoli fra varie potenze: il regno polacco-lituano, l’impero ottomano, i cosacchi del Dnieper, l’Austria e l’impero russo, nel frattempo affermatosi più a nord con Mosca e più tardi San Pietroburgo come capitale.
Con la rivoluzione bolscevica del 1917, in Ucraina scoppia una guerra civile, con due repubbliche ucraine in competizione tra loro, una nella parte occidentale e una nella parte orientale, diventando il teatro principale del conflitto tra “rossi” (i bolscevichi) e “bianchi” (le forze anticomuniste legate al vecchio esercito zarista). Soltanto nel 1922, con la vittoria dei “rossi”, l’Ucraina entra a fare parte dell’Unione Sovietica.
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L’Ucraina quando è diventata indipendente?
L’Ucraina è diventata indipendente nel 1991, con il crollo dell’Unione Sovietica, o meglio è tornata ad esserlo dopo la breve esistenza di una repubblica ucraina durante la guerra civile 1917-22. Nei successivi trent’anni fino a oggi ha avuto una successione di governi, alternativamente filo-russi o filo-europei. La cosiddetta Rivoluzione Arancione nel 2004 e la rivolta di Maidan nel 2013 hanno riaffermato il desiderio della maggioranza della popolazione di stringere rapporti con l’Unione Europea.
Cosa è successo nel 2014?
A quel punto milizie armate e ispirate da Mosca hanno proclamato due repubbliche filo-russe nelle regioni di Donetsk e Lugansk, anche conosciute come l’area mineraria del Donbass, la parte orientale dell’Ucraina confinante con la Russia e in cui la maggior parte della popolazione è di lingua russa; e l’esercito russo ha occupato la penisola della Crimea, sul mar Nero, più tardi annessa formalmente alla Russia.
Da allora nel Donbass va avanti una guerra fino a questo momento a bassa intensità, che però ha fatto ben 14mila morti e decine di migliaia di feriti. Con l’annuncio di questa settimana, prima dell’invasione, Putin ha riconosciuto le repubbliche di Donetsk e Luganks, inviando anche lì truppe russe e di fatto annettendole alla Russia.
Cosa sono le repubbliche di Donetsk e Lugansk?
Come molti paesi, l’Ucraina – essendo un territorio molto grande, più di 600 mila km quadrati – è suddivisa al suo interno in diverse regioni o distretti. Donetsk e Lugansk sono le più orientali, lungo il confine con la Russia, un’ampia zona mineraria identificata anche come Donbass, dove la stragrande maggioranza della popolazione, tra cui molti minatori, è di etnia e lingua russa. In tutto ci abitano 3 milioni di persone, o meglio ci abitavano prima che nel 2014 scoppiasse la guerra, che ha spinto la parte ucraina della popolazione a cercare rifugio nella parte più occidentale dell’Ucraina.
Dopo l’occupazione delle forze filo-russe nel 2014, le due regioni si sono autoproclamate “repubbliche indipendenti” e ora sono state riconosciute e in pratica annesse dalla Russia. Resta un dubbio: le forze filo-russe occupano soltanto una parte della regioni di Donetsk e Lugansk, ciascuna delle quali ha un territorio amministrativo assai più ampio. Le auto-proclamate repubbliche indipendenti rivendicano per sé l’intero territorio delle due regioni: se provassero a conquistarlo militarmente, ora che a Donetsk e Lugansk sono entrate anche le forze armate di Mosca vere e proprie, crescerebbe il rischio di un conflitto diretto con l’Ucraina, che considera le due regioni “temporaneamente occupate” e vorrebbe riprenderne il controllo, come previsto in origine dagli accordi di Minsk fra le due parti, peraltro rimasti lettera morta.
A chi appartiene la Crimea?
Bisogna tenere presente che l’Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche, nota anche come Unione Sovietica o con l’acronimo Urss, era suddivisa in quindici repubbliche, di cui la Russia era la più grande e l’Ucraina la terza in termini di ampiezza.
Nel 1954, per celebrare il trecentesimo anniversario di un accordo fra i cosacchi ucraini e lo zar Alessio di Russia, l’allora leader sovietico Nikita Krusciov trasferì la Crimea dalla repubblica sovietica di Russia alla repubblica sovietica di Ucraina, come dono simbolico all’insegna della fratellanza fra i popoli dell’Urss. Poiché sia Russia che Ucraina facevano parte dell’Urss, quel gesto non cambiava niente in pratica. Ma circa il 90 per cento della popolazione della Crimea è russo e per questo Putin, nella sua sfida per riprendersi l’Ucraina, ha annesso per prima la Crimea, cercando di dare legittimità all’annessione con un referendum fra la popolazione della penisola. A parte la guerra nella ex-Jugoslavia, si è trattato comunque della prima variazione dei confini in Europa imposto con la forza dalla Seconda guerra mondiale in poi.
Perché è illegale l’annessione di Crimea e Donbass da parte di Mosca?
Se i confini in Europa venissero riscritti sulla base dell’etnia della popolazione locale scoppierebbero conflitti ovunque. Se è corretto proteggere i diritti delle minoranze etniche all’interno di una nazione, è illegale occupare militarmente una regione e annetterla con la forza: Francia, Germania, Italia, Austria, solo per fare qualche esempio, avrebbero fra loro dispute di questo genere se seguissero il modello di Putin. Con il crollo dell’Urss nel 1991, 25 milioni di persone di etnia e lingua russa si sono trovate a vivere fuori dalla Russia, distribuiti nelle altre quattordici ex-repubbliche sovietiche: Mosca sarebbe in guerra con tutte, se decidesse che per difenderne i diritti deve impossessarsi del territorio in cui vivono in prevalenza minoranze russofone.
La lingua ucraina è differente dalla lingua russa?
Sì. I linguisti divergono sull’era in cui ucraino e russo diventano due lingue distinte, ma sul fatto che siano idiomi diversi, pur avendo lo stesso alfabeto cirillico, non ci sono dubbi. Influenzata dal polacco e dallo slovacco, la lingua ucraina è simile a quella russa, così come del resto vi sono radici comuni per molte lingue slave, dal polacco al serbo. Nei sette decenni di era sovietica, l’uso dell’ucraino è stato scoraggiato e in certe circostanze proibito in Ucraina, ma è egualmente sopravvissuto. Secondo il censimento del 2001, l’ucraino è parlato come prima lingua dal 67 per cento della popolazione ucraina, il russo dal 29 per cento della popolazione, anche se tutti gli ucraini lo conoscono.
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L’Ucraina è un Paese povero?
Sì, è il Paese più povero d’Europa secondo le statistiche e il 74esimo del mondo secondo lo Human Development Index. Ma ha un grande potenziale: non per nulla durante l’era zarista era soprannominata “il granaio d’Europa”. Grande come la Francia, con una popolazione di 41 milioni di abitanti (perlomeno prima dell’annessione russa di Crimea e Donbass), l’Ucraina è l’ottavo Paese più popoloso d’Europa. Ha accesso al mar Nero e al mare di Azov, e conta bellissime città come Leopoli nella parte occidentale.
Perché Putin ha invaso il Donbass nonostante il rischio di sanzioni e condanne globali?
Per il presidente russo il crollo dell’Urss è stato “la più grande tragedia geopolitica del ventesimo secolo”. La sua ossessione è non solo ridare un ruolo di superpotenza globale alla Russia negli affari internazionali, ma anche ricostruire almeno in parte l’influenza di Mosca sulle ex-repubbliche sovietiche: come ha fatto in Bielorussia, in Kazakistan, Georgia, Moldavia e appunto in Ucraina.
La tesi del capo del Cremlino è che occorre proteggere la Russia con una serie di “stati cuscinetto” dalla presenza della Nato lungo i suoi confini. Ma la Nato è un’alleanza difensiva, non offensiva: non ha alcun piano di minacciare la Russia. E Mosca potrebbe cercare di avere migliori rapporti con le ex-repubbliche sovietiche, dove vivono minoranze di etnia russa, attraverso iniziative economiche e diplomatiche. Invece usa la forza.
Come sta reagendo l’Occidente?
Con pesanti sanzioni economiche contro la Russia, condanne nelle sedi internazionali a cominciare dall’Onu (dove tuttavia Mosca metterà il veto a qualunque risoluzione del Consiglio di Sicurezza) e aiuti militari all’Ucraina. In futuro è possibile che Ue e Nato considerino più celermente una richiesta di adesione da parte del governo di Kiev. Nel frattempo Finlandia e Svezia, membri della Ue ma non della Nato, portrebbero decidere di entrare nell’Alleanza Atlantica per sentirsi più protette.
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Come reagirà la Cina?
Inizialmente Pechino aveva espresso sostegno a Mosca sulla crisi ucraina, ma nei giorni scorsi il ministero degli Esteri cinese ha affermato che la sovranità di ogni nazione è inviolabile ed esortato alla ricerca di una soluzione concordata. La Cina ha interessi economici in Ucraina, una rivalità storica con la Russia e forti legami commerciali con la Ue, perciò è possibile che cerchi una via di mezzo sulla questione ucraina, senza schierarsi completamente con Putin.
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E come reagiranno i russi?
Influenzata dalla propaganda della tivù di stato di Mosca, che diffonde fake news su attacchi delle forze ucraine e presenta il governo di Kiev come un fantoccio dell’Occidente, l’opinione pubblica potrebbe inizialmente approvare la scelta di Putin. Ma il modo in cui il presidente russo ha trattato ministri e capi dello spionaggio nella riunione del Consiglio di sicurezza per decidere il da farsi, riunione trasmessa in diretta tivù, lascia capire che non dispone di un totale consenso ai vertici del governo. Circolano anche voci, riportate dall’intelligence occidentale, di opposizione al conflitto nelle forze armate russe.
Se nei prossimi mesi ci saranno danni economici e vittime russe, con il tempo il dissenso potrebbe crescere. Qualche commentatore ritiene che questo sia un punto di svolta nell’era Putin: il presidente potrebbe anche vincere una battaglia in Ucraina, ma se a Mosca si diffonde l’impressione che la sua permanenza al potere sia un problema invece che una soluzione, Putin rischia di perdere la propria guerra personale per rimanere al Cremlino almeno fino al 2036, come gli consente la riforma della costituzione.
C’è pericolo che in Ucraina scoppi la terza guerra mondiale?
Per il momento, no. L’Ucraina non è membro della Nato. Il presidente americano Biden ha più volte dichiarato che non invierà soldati a combattere in Ucraina. Tuttavia sia gli Usa che il Regno Unito e altri paesi hanno inviato aiuti militari al governo di Kiev, un’assistenza che verosimilmente aumenterà dopo le decisioni prese da Putin di riconoscere le due repubbliche russofone del Donbass, inviare truppe russe a occuparle e minacciare l’Ucraina intera. Kiev potrebbe rispondere all’escalation del Cremlino accelerando i suoi piani per chiedere l’adesione alla Ue e alla Nato. Se un giorno entrasse a far parte dell’Alleanza Atlantica, ogni attacco contro il suo territorio diventerebbe un attacco contro la Nato e l’Alleanza sarebbe impegnata a difenderla. Ma questo nel breve e probabilmente medio periodo non accadrà. “